Nella testa degli uomini, nulla è regolare.
Nulla è pieno,
e nulla è vuoto.
Eppure oggi vi parlerò di due uomini che cercavano l’uno il
silenzio, e l’altro la completezza.
La nostra storia comincia nel bar di una triste città,
conosciuta per la sua continua e fitta nebbia, che con il suo velo spettrale
avvolgeva vie, portici e case.
Vista da fuori pareva quasi senza vita, e percorrendo le vie avevi come l’impressione
di andare a far visita ad un malato. Ma questa era solo la prima impressione
che poteva farsi un visitatore di passaggio, perché accanto ad ogni focolare
ardevano idee e fantasia!
Sarà forse stata colpa del suo clima inospitale che – precludendo agli abitanti
parchi e pic-nic - aveva creato delle
menti mai dormienti di artisti e scrittori, che si rifugiavano accanto ad ogni
fuoco che gli accogliesse scambiandosi idee e opinioni.
Uno di questi ritrovi era un’antica fumeria (luogo dove la
gente poteva fumare ciò che voleva senza dover affrontare il gelo esterno), ed
è proprio sul suo vecchio bancone di legno che i nostri due uomini sorseggiavano
birra.
Erano avvolti entrambi da pensieri e da pesanti mantelli, intenti a bearsi del
caldo ristoro che veniva loro offerto. Nessuno dei due conosceva il nome dell’altro.
Poi uno parlò.
Nessuno sa cosa si dissero il giorno del loro primo
incontro, ma ciò che ne scaturì si manifestò di lì a pochi mesi.
Tutto cominciò con una locandina. Portava la scritta: “Teatro
dell’invisibile. Mostraci fin dove arriva la tua mente in un viaggio al termine
della notte.”, ed era tutto e niente ciò che si sarebbero aspettati i curiosi
passanti.
Il primo spettacolo venne chiamato “Comici spaventati guerrieri”, se spettacolo
si potesse chiamare…: i personaggi esistevano, gli attori recitavano, gli
strumenti suonavano; ma nulla veniva mostrato.
Tutto ciò procurava agli spettatori slanci d’immaginazione che andavano ben
aldilà del teatro, della lettura o dell’arte visiva: nulla era mai stato loro così chiaro ora che nulla gli era mostrato.
Fu un vero successo: il Mondo aveva scoperto il piacere del vagabondare
nella Notte, e ne era estasiato.
Siamo dunque arrivati a quello che dovrebbe essere stato l’appagamento
finale della carriera artistica dei nostri due individui, ma uno spirito
romantico ricerca sempre un significato più profondo in ciò che fa.
Il primo ad accorgersi della propria insoddisfazione fu il
pittore.
-
- - Ho cominciato a disegnare su carta ciò che il
pensiero e l’immaginazione mi dettavano, le ho messe in scena a teatro in modo
da condividerle con altri, ma la loro essenza ancora mi sfugge. Non mi basta
assaporare la crosta… per una volta vorrei assaggiare il ripieno!
A lungo si rinchiuse nel suo atelier per cercare ciò che più
desiderava, ma ogni volta gli sfuggiva di mano.
Capì che il mondo si basava su un muro impenetrabile oltre il quale non gli era
permesso di andare, e si sentiva perduto in quel margine senza fine.
Cominciò a non riuscire più a vivere una vita a metà, e la realtà stessa nella
quale viveva gli sembrava incompleta.
Nulla più lo interessava, nulla più lo colpiva.
Invecchiò velocemente, raggiungendo una morte prematura.
Destino simile toccò al musicista.
-
- È da quando misi su il Teatro dell’Invisibile
che non mi dedico pienamente alla musica. Volevo che gli spettatori si
concentrassero sul proprio pensiero più che su delle note a loro estranee, ma né
io né loro abbiamo ancora ascoltato la più pura delle forme: il silenzio.
Ma il silenzio era impossibile. Persino quando si chiudeva
nella camera insonorizzata sentiva riecheggiare i suoi pensieri, che risultavano
anzi amplificati da tutto quel vuoto.
Non ci riusciva. E se mai fosse riuscito a carpire il silenzio, sarebbe mai
stato in grado di offrirlo ad altre persone?
Si sentiva torturato nel profondo delle sue ambizioni.
Il suo respiro. Il suo battito del cuore. Le sue ossa che
scricchiolavano. La sua saliva che scendeva per la gola.
Tutto ciò era diventato insopportabile: continue sconfitte quotidiane che lo
colpivano dritto nell’orgoglio.
Bastò poco per ridurlo a un corpo penzolante da un cappio:
preferì togliersi la vita ed ottenere il silenzio eterno che ammettere la sua
sconfitta.
Fu così che l’uomo che cercava il pieno morì perché si
sentiva troppo vuoto, e l’uomo che cercava il vuoto morì perché si sentiva
troppo pieno.
Chi è troppo leggero impazzisce; chi è troppo pesante
sprofonda in se stesso.